venerdì 6 settembre 2013

FONDI CHE SFUMANO A TERRANOVA DI POLLINO



L’ autorità di Gestione del PO FESR 2007-2013, riguardo la “Residenza per Anziani” e assistenza alla popolazione anziana da allocare nel territorio di Terranova del Pollino, conferma che  il progetto rientrava nel Piano di Offerta  Integrata di Servizi (POIS) dell’area Lagonegrese- Pollino, prevista nell’ambito dell’Accordo di Programma approvato con DGR n° 1407/2010 e stipulato tra la citata Area POIS e l’Amministrazione regionale nel settembre 2010.
 In detto Accordo era previsto un finanziamento per l’operazione pari ad € 150.000,00 a valere sulla Linea di Intervento  “VI.1.1B – Miglioramento e qualificazione dei servizi socio-assistenziali e socio-educativi” dell’Asse VI “Inclusione sociale” del PO FESR 2007-2013.
Con successiva Determinazione Dirigenziale n°706 del 5.10.2010 dell’ Ufficio “PROMOZIONE CITTADINANZA SOLIDALE ED ECONOMIA SOCIALE, SVILUPPO SERVIZI SOCIALI E SOCIOSANITARI”, responsabile della attuazione della Linea di Intervento  “VI.1.1B”, si assegnava all’Amministrazione responsabile del POIS Lagonegrese- Pollino un termine di 120 gg per la consegna della progettazione definitiva e della documentazione di corredo prevista dalla procedure attuative del PO FESR.
Nel corso del 2012, quando la documentazione richiesta per l’attivazione dell’operazione di Terranova non era ancora pervenuta all’Ufficio responsabile della Linea di Intervento, al fine di far fronte agli impegni assunti a livello nazionale per l’attivazione della “Agenda digitale” prevista dal Piano di Azione Coesione, l’Asse VI  è stato oggetto di decurtazione, come previsto attraverso consultazione scritta del Comitato di Sorveglianza avviata in data 6 agosto 2012 ed attuata con successiva DGR 1315/2012. La conseguenza di tale decurtazione ha pertanto determinato l’impossibilità di  coprire tutte le operazioni previste negli Accordi di Programma POIS, che assorbivano l’intero ammontare finanziario dell’ASSE VI, con la conseguenza che quelle operazioni in ritardo attuativo, tra cui anche quella relativa alla “Residenza per anziani”, pur essendo previste negli Accordi di Programma ad oggi risultano non finanziabili per incapienza di risorse.
IL PROGETTO ADA E' STATO PRESENTATO ALL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE PRIMA DELLA CONSEGUENTE DECURTAZIONE ASSUNTA DAL COMITATO DI SORVEGLIANZA IN DATA 6 AGOSTO 2012.
RispondiElimina

Si spera che la prossima amministrazione non faccia mancare l'impegno a risolvere i problemi delle persone anziane, ma soprattutto riesca a spendere i fondi europei destinati agli stessi

sabato 15 giugno 2013

IL GIARDINO SENSORIALE



GIARDINO SENSORIALE

Le ricerche condotte in ambito internazionale relativamente agli anziani affetti da demenza, hanno dimostrato come lo spazio fisico possa assumere un valore terapeutico, quindi, la progettazione dell’ambiente, diventa parte integrante alla cura e all’assistenza delle persone anziane.
L’ambiente deve essere, perciò, strutturato in funzione delle ridotte capacità cognitive dell’anziano e del suo disagio quotidiano.
È ormai da tempo recepito a livello di attività di riabilitazione quanto sia importante suscitare nelle persone con disabilità intellettive l’interesse per il mondo esterno;
In funzione di ciò, diventa centrale, la progettazione di spazi che facilitino la stimolazione sensoriale: i colori, gli odori, i rumori riconnettono l’anziano con l’ambiente esterno diventando strumenti terapeutici.

Pertanto diventa fondamentale progettare strutture che offrano oltre a spazi interni, anche spazi esterni,che permettano di entrare in rapporto con la natura; d’altra parte, il rapporto spazio interno/esterno è un fattore normale nella vita di tutti, per cui la struttura VIOLA sarà in linea con questi principi per garantirli ai suoi ospiti.
È proprio a partire da queste considerazioni che abbiamo concepito l’idea di realizzare un giardino, che ci permetta, innanzitutto, di garantire a tutti i nostri ospiti di poter godere della vista di un paesaggio naturale in cui potersi immergere e da cui poter attingere nuove sensazioni.

Tutto ciò, dunque, ci ha spinto a pensare come naturale sviluppo della struttura, la realizzazione di un “giardino sensoriale”, cioè uno spazio verde che si configuri come spazio dei sensi diventando esso stesso strumento terapeutico.



DESCRIZIONE DELGIARDINO

Il progetto prevede la realizzazione del giardino proprio nel terreno adiacente alla struttura, permettendo agli ospiti  di goderne direttamente con un netto miglioramento della qualità di vita degli anziani, che è d’altra parte obiettivo primario dei servizi offerti dalla struttura, così come previsto anche dalla “Carta Europea dei diritti delle persone anziane nelle istituzioni”.
Il giardino, è accessibile dalla porta d’ingresso della sala di animazione, tramite un percorso che crea una continuità tra interno ed esterno, in modo tale che l’ospite non abbia un senso di disorientamento, ed è interamente circondato da una recinzione, mimetizzata dalla siepe, in modo tale da non dare un effetto di chiusura e contemporaneamente permettere a tutti gli ospiti di muoversi in sicurezza e impedire allo stesso tempo l’ingresso di persone non autorizzate.
Elemento centrale del giardino è il camminamento, un percorso ad anello che dalla struttura, percorrendo il perimetro del giardino stesso, riporta l’anziano nuovamente alla struttura, ciò garantisce uno spazio sicuro per il suo stato, permettendo agli ospiti di vedersi reciprocamente, rinforzando la loro sicurezza, e di individuare facilmente le varie zone del giardino.
Il percorso è intervallato da aree di sosta attrezzate con panche, per sostenere i problemi di affaticamento e di relax; esse sono protette da alberi, al fine di garantire l’ombra anche nelle ore più soleggiate, e allo stesso tempo, circondate da fiori dalle tonalità forti, per poter essere facilmente individuate.
Altri elementi di progetto al fine di fornire un’ulteriore stimolo percettivo, oltre che visivo e olfattivo e tattile, sono programmati per dare la percezione all’ospite di essere soggetto attivo.
La realizzazione del giardino sensoriale contribuisce a creare un ambiente che offre una prospettiva al tempo di vita del malato, permettendogli di prefigurarsi la dimensione del futuro, con ripercussioni positive sulle sue condizioni di vita. Il giardino sensoriale, dunque, considerate le premesse è uno strumento essenziale per il miglioramento della qualità di vita degli anziani che vivono all’interno di una casa di riposo.


domenica 19 maggio 2013

CENTRO DIURNO E COMUNITA' FAMILIARE




Centro diurno assistenziale


Definizione
Il Centro diurno assistenziale è una struttura socio-sanitaria a carattere diurno destinata ad anziani con diverso grado di non autosufficienza.

Finalità
Il Centro diurno assistenziale ha tra le proprie finalità:
- offrire un sostegno ed un aiuto all'anziano e alla sua famiglia;
- potenziare, mantenere e/o compensare abilità e competenze relative alla sfera dell'autonomia, dell'identità, dell'orientamento spazio-temporale, della relazione interpersonale e della socializzazione;
- tutela socio-sanitaria.

Capacità ricettiva
La capacità ricettiva del Centro diurno assistenziale va di norma da un minimo di 5 ad un massimo di 25 ospiti.

Requisiti strutturali minimi
Nel Centro diurno assistenziale devono essere presenti:
- una zona soggiorno, una zona pranzo, una zona riposo ed una zona destinata ad attività di mobilizzazione, per una superficie complessiva sufficiente in rapporto alla capacità ricettiva;
- servizi igienici attrezzati per la non autosufficienza: n. 1 fino a 10 ospiti o n. 2 oltre i dieci ospiti;
- servizi igienici per il personale separati da quelli per gli ospiti.
I locali sopraindicati possono essere condivisi - fermo restando la necessità di separate autorizzazioni al funzionamento - con altra tipologia di struttura per anziani presente nell'immobile (ad esempio Casa Protetta/RSA); in tal caso le dimensioni e l'articolazione degli spazi dovrà tenere conto del numero complessivo di utenti che può essere presente nei locali e dovrà essere indicato nell'autorizzazione al funzionamento per quali locali e con quale altra struttura vengono condivisi.

Requisiti organizzativo-funzionali
Nel Centro diurno assistenziale devono essere garantiti i seguenti servizi e prestazioni:
- somministrazione pasti;
- assistenza infermieristica;
- attività aggregative, ricreativo-culturali e di mobilizzazione;
- assistenza agli ospiti nell'espletamento delle normali attività e funzioni quotidiane.

Requisiti di personale
Nel Centro diurno assistenziale devono essere presenti addetti all'assistenza di base in tutto l'arco di tempo di apertura del servizio ed in un rapporto di norma di 1 ogni 10 ospiti.
Deve essere altresì assicurata la presenza dell'infermiere professionale con una presenza programmata in relazione ai piani individuali di assistenza.



Giacinto Tufaro
22/mag/2013
Aiutiamo gli anziani di Terranova di Pollino(PZ) affinchè possano essere assistiti nel proprio comune firmando la petizione al link http://www.change.org/it/utenti/49455100



- Comunità alloggio

Capacità ricettiva
La Comunità alloggio accoglie, di norma, fino ad un massimo di 12 ospiti. Le Comunità alloggio per anziani tendono ad avere le caratteristiche di un normale appartamento e cercano di ricreare, aiutati dagli oggetti ambientali dell'ospite l'affinità della casa d'origine soprattutto nella propria camera. Sono dotate di una sala da pranzo o soggiorno abbastanza ampio per accogliere i 7 - 12 ospiti, di superficie di almeno 22 m², di camere da letto preferibilmente con non più di due letti e di servizi comuni attrezzati in base al numero degli ospiti, quindi con due bagni fino a 10 posti letto, poiché per le strutture fino a 10 posti letto sono sufficienti le caratteristiche delle civili abitazioni. Ma se viene superato il limite dei 10 posti letto diviene obbligatorio disporre di camere da letto con non più di due letti, con superficie 12 m² per quelle ad 1 posto letto e di 18 m² per quelle a 2 letti; di disporre di un bagno ogni 4 posti letto, ovvero 3 bagni di cui almeno 1 ben attrezzato per i disabili. È sempre richiesto il servoscala (o ascensore) a poltrona o pedana, ovviamente se la struttura si sviluppa su più piani. Inoltre è previsto anche 1 bagno ad uso esclusivo del personale. È richiesta la presenza di uno spogliatoio con armadietti. È sempre necessaria l'autorizzazione sanitaria preventiva ovvero prima di avviare l'attività.

Definizione
La Comunità alloggio è una struttura socio-assistenziale residenziale di ridotte dimensioni, di norma destinata ad anziani non autosufficienti di grado lieve che necessitano di una vita comunitaria e di reciproca solidarietà.


Finalità
La Comunità alloggio fornisce ospitalità ed assistenza creando le condizioni per una vita comunitaria, parzialmente autogestita, stimolando atteggiamenti solidaristici e di auto-aiuto, con l'appoggio dei servizi territoriali.

Capacità ricettiva
La Comunità alloggio accoglie, di norma, fino ad un massimo di 12 ospiti.

Requisiti strutturali minimi
Nella Comunità alloggio devono essere presenti:
- locale soggiorno attrezzato con pareti o divisori mobili e di dimensioni tali da permettere la realizzazione di attività diversificate in relazione alle capacità e agli interessi degli ospiti;
- una zona pranzo;
- una zona cucina;
- camere singole e doppie;
- un servizio igienico attrezzato per la non autosufficienza ogni 4 ospiti.
Tutti gli ambienti sopraindicati devono essere dotati di ausili ed arredi volti al recupero dei livelli di autonomia, e devono avere dimensioni tali da permettere la manovra e la rotazione delle carrozzine e degli altri ausili per la deambulazione.




Requisiti organizzativo-funzionali
Nella Comunità alloggio devono essere garantiti i seguenti servizi e prestazioni:
- somministrazione pasti in relazione ai bisogni degli utenti;
- assistenza infermieristica ove richiesta dai piani individuali di assistenza;
- facilitazione nella fruizione all'esterno di attività aggregative, ricreativo-culturali e di mobilizzazione;
- assistenza agli ospiti nell'espletamento delle normali attività e funzioni quotidiane ove necessario in relazione ai bisogni degli utenti;
- nei momenti della giornata e della notte in cui non sono presenti operatori, deve essere comunque garantito l'intervento per eventuali emergenze; a tal fine devono essere individuati uno o più soggetti referenti con il compito di attivare le risorse necessarie al bisogno urgente segnalato.
È sempre richiesto il servoscala (o ascensore) a poltrona o pedana, ovviamente se la struttura si sviluppa su più piani. Inoltre è previsto anche 1 bagno ad uso esclusivo del personale. È richiesta la presenza di uno spogliatoio con armadietti. È sempre necessaria l'autorizzazione sanitaria preventiva ovvero prima di avviare l'attività.


Requisiti di personale
Nella Comunità alloggio deve essere garantita una presenza programmata di addetti all'assistenza di base  .( OSS-OSA-ADB-TSS)

Deve essere altresì assicurata la presenza dell'infermiere professionale con una presenza programmata in relazione ai piani individuali di assistenza.

 Figure professionali preposte alla direzione 
 La funzione di direzione delle strutture ad eccezione delle comunità familiari, è esercitata da un laureato in possesso di comprovate competenze di tipo gestionale tali da assicurare le funzioni  di competenza.


 

Requisiti organizzativi funzionali

Nella Comunità alloggio devono essere garantiti i seguenti servizi e prestazioni:
- somministrazione pasti in relazione ai bisogni degli utenti;
- assistenza infermieristica ove richiesta dai piani individuali di assistenza;
- facilitazione nella fruizione all'esterno di attività aggregative, ricreativo-culturali e di mobilizzazione;
- assistenza agli ospiti nell'espletamento delle normali attività e funzioni quotidiane ove necessario in relazione ai bisogni degli utenti;
- nei momenti della giornata e della notte in cui non sono presenti operatori, deve essere comunque garantito l'intervento per eventuali emergenze; a tal fine devono essere individuati uno o più soggetti referenti con il compito di attivare le risorse necessarie al bisogno urgente segnalato.

Inoltre
1.      Nella struttura deve essere identificato un referente responsabile del servizio. Tale figura deve essere disponibile e  facilmente rintracciabile al fine di potere intervenire per fare fronte ad eventuali situazioni problematiche e per rispondere ai bisogni degli ospiti e/o dei famigliari.
2.      Per ogni turno del personale addetto alla struttura deve essere sempre presente almeno una unità in possesso di qualifica tecnica riconosciuta di socio-assistenziale (Operatore Socio Assistenziale, Operatore Socio Sanitario, Operatore Tecnico Assistenziale, Addetto Assistenza di Base,) o con un curriculum professionale, da cui si possa evincere una esperienza di almeno un anno di lavoro, nell’ambito della assistenza a persone anziane non autosufficienti o disabili.
3.      Presso la struttura deve essere presente e disponibile per i controlli del Comune un apposito registro aggiornato, con pagine numerate, su cui vengono annotati i nominativi degli utenti, le loro generalità, il giorno dell’entrata, i periodi di assenza e la motivazione della stessa, il giorno della eventuale dimissione definitiva, i numeri di telefono di riferimento per eventuali necessità ed il nome del medico curante.
4.      Deve essere presente altresì e disponibile per i controlli del Comune, una cartella socio-sanitaria individuale con incluso:
a.       il piano assistenziale individualizzato con aggiornamenti successivi;
b.      le terapie in corso con gli aggiornamenti del medico curante, gli orari e le modalità di somministrazione dei farmaci (competenze infermieristiche o OSS)
c.       le situazioni significative che emergono nell'arco della giornata.
5. A disposizione in ogni struttura deve inoltre essere presente la seguente documentazione:
a)      dichiarazione dell' avvenuta valutazione dei rischi per operatori ed utenti, dell'adozione delle misure necessarie e della avvenuta formazione del personale ex Dlgs 626/94 anche ai sensi di DM  10.03.98 e con specifico riferimento anche agli aspetti di prevenzione incendi , certificazione di conformità dell' impianto elettrico ai sensi di L 46/90 o in alternativa, per impianti preesistenti, relazione di verifica effettuata da tecnico competente, fermo  restando l'obbligo di effettuare la regolare manutenzione;
b)      certificazione di conformità dell'impianto termico ( se potenzialità uguale o inferiore a 35 kW) o collaudo ISPSEL o domanda di collaudo (per potenzialità superiori);
c)       attestati e titoli del personale.*


sabato 18 maggio 2013

BANDO PER PMI NEL SENISESE

Bando Creazione nuove attività imprenditoriali - Notizie - Programma Speciale Senisese
ATTIVITA' AMMISSIBILI

CODICE ATECO  "Q"
87 10 00
87 30 00
88 10 00

SANITA' E ASSISTENZA SOCIALE

SERVIZI DI ASSISTENZA SOCIO- SANITARIA PER ANZIANI E DISABILI IN STRUTTURE RESIDENZIALI E NON


mercoledì 8 maggio 2013

PETIZIONE




Residenzialita’ e non autosufficienza a Terranova di Pollino (PZ)


Le persone non autosufficienti a causa delle patologie e delle disabilità anche correlate all’età, da cui affette, non possono provvedere alla cura di se stesse e mantenere una normale vita di relazione senza l’aiuto determinante di altri.
La non autosufficienza, pertanto, può essere definita come disabilità che comporta l’incapacità della persona a svolgere le funzioni essenziali della vita quotidiana quali:
- attività per la cura di sé consistenti nel lavarsi, vestirsi, andare alla toilette, essere continenti, alimentarsi, spostarsi;
- attività strumentali consistenti nell’usare il telefono, fare la spesa, preparare il cibo, avere cura della casa, fare il bucato, usare i mezzi di trasporto, assumere farmaci, gestire il denaro.

La condizione di non autosufficienza è valutata attraverso il grado di intensità assistenziale e si distingue in:
a) soggetti totalmente non autosufficienti, cioè incapaci di provvedere a se stessi se non con l’aiuto determinante di altre persone;
b) soggetti parzialmente non autosufficienti , cioè persone con disabilità sensoriale, fisica, mentale, nonché soggetti con autonomia limitata in grado di provvedere a sé stessi con l’aiuto di altri;
c) soggetti temporaneamente non autosufficienti, cioè che versano in uno stato di temporanea, totale o parziale perdita di abilità psico-fisica, che per recuperare in parte o del tutto la loro funzionalità hanno bisogno di assistenza riabilitativa, e/o di assistenza medico/infermieristica specifica, assistenza psico/sociale e tutelare.

La valutazione della condizione di non autosufficienza viene affidata alle Unità di Valutazione Geriatrica (UVG) secondo le procedure e le modalità  disciplinate  dagli organi competenti.
Il Piano Regionale della Salute e dei Servizi alla Persona risponde con programmi assistenziali differenziati e pertinenti ai bisogni specifici delle persone non autosufficienti, attraverso l’ADI (assistenza domiciliare integrata) e il SAD (servizio  di assistenza domiciliare) , per definire le prestazioni necessarie sanitarie assistenziali e di sostegno economico.
 
La residezialità sociale nel comune di Terranova , figura tra le necessità di dotazioni infrastrutturali territoriali  finanziati per l’anno 2013 dal POIS. 




 La partecipazione e la solidarietà:
 questi sono i  principi  fondamentali cui le amministrazioni pubbliche e locali, nel disciplinare i rapporti fra istituzioni e associazioni, debbono attenersi  per promuove lo sviluppo in tutte le sue articolazioni territoriali, favorendo finalità di carattere sociale e civile.
Per quanto riguarda il sistema di assistenza sociosanitaria della Regione Basilicata è da rilevare nullo il livello di penetrazione dell’offerta di assistenza residenziale per anziani del territorio Terranovese, pertanto l’assenza  rilevante operativa di strutture e servizi socio assistenziali, condiziona questi principi, mentre cresce il tasso di invecchiamento e di solitudine della popolazione. La struttura per classi d’età della popolazione è infatti cambiata molto nell’ultimo ventennio in conseguenza di un processo di invecchiamento che andrà progressivamente intensificandosi nei prossimi anni e che inevitabilmente costituirà il cambiamento strutturale di maggiore impatto sulle politiche sociali . Il carattere ancora assente dell’intervento Regionale e Comunale nella comunità Terranovese  viene sollecitato dalla stessa comunità affinché la presenza di un indirizzo programmatico rivolto  al sostegno dell’autonomia possibile delle persone anziane e non autosufficienti,  possa favorire il più a lungo possibile i mezzi integrativi al sostegno delle famiglie, per migliorare la qualità della vita con particolare attenzione all’inserimento nella rete dei servizi del Terzo Settore, per sviluppare i servizi residenziali e integrarli con il territorio.






Si Chiede all’Amministrazione  del Comune di Terranova di Pollino di  realizzare il sistema integrato di interventi e servizi sociali, in virtù delle problematiche socio-assistenziali presenti sul proprio territorio e l’esigenza di predisporre servizi alla alla persona, in risposta ai bisogni sempre più differenti ed in continuo cambiamento nella carenza di posti letto socio assistenziali ad anziani non autosufficienti o con limitata autonomia, residenti nel proprio Comune, per ancorarli alla dimensione familiare del paese di origine.